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Fotografia di branding: ecco perché creo sempre una moodboard prima dello shooting

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Hai mai sentito parlare di moodboard?
In questo articolo ti spiego di cosa si tratta, a cosa serve e perché se mi affidi la realizzazione del tuo servizio fotografico di branding, è un elemento a cui do molta importanza.
Procediamo per gradi.

 

In questo articolo:

  1. Cosa si intende per moodboard?
  2. Cosa deve contenere una moodboard?
  3. Dove trovare le immagini per la moodboard?
  4. Perché si fa la moodboard?
  5. Chi fa la moodboard?
  6. Che cos’è la direzione creativa?
  7. Come creo la moodboard per lo shooting

Cosa si intende per moodboard?

La traduzione letterale di moodboard è “tavola dell’umore” e consiste in una raccolta di ispirazioni sotto forma di immagini, colori, materiali, pattern e texture, che uniti da un comune denominatore, sintetizzano per l’appunto l’umore di un qualsiasi progetto creativo.

Questo strumento nasce nel mondo del design e della moda, dove viene utilizzato per definire il mood di una collezione o di una campagna pubblicitaria.
In questo contesto la moodboard serve in pratica a raccogliere tutte quelle sensazioni che, ad esempio, lǝ stilista desidera far provare alle persone che sceglieranno di indossare i suoi capi d’abbigliamento.
Ma come dicevo prima, esistono anche altri settori in cui una moodboard può essere uno strumento guida di fondamentale importanza.
Mi riferisco ad esempio all’architettura e all’interior design, due ambiti in cui attraverso una moodboard materica, il o la professionista, dopo aver interpretato il gusto del proprio cliente, può raccontare la sua idea di progetto traducendola in immagini, materiali, tessuti, forme e colori.

Durante lo shooting di Gaia, una mia cliente architetta e home stager ci siamo scambiate diverse idee e stimoli creativi sulle moodboard ed è stato un momento di condivisione davvero utile anche per la riuscita delle sue fotografie.

Questo perché per la fotografia, specie quella di moda, commerciale e pubblicitaria ma anche per realizzare scatti di personal branding come quelli che faccio io la moodboard è necessaria per iniziare a immaginare e progettare in anticipo gli scatti prima di trovarmi con il/la cliente il giorno dello shooting.

Cosa deve contenere una moodboard?

Una moodboard, per essere valida ed efficace, a mio avviso deve contenere non soltanto ispirazioni fotografiche ma anche eventuali note tecniche utili per la realizzazione del progetto: parole, disegni e colori.
Ma attenzione: creare una moodboard non significa collezionare a sentimento una serie di elementi che ci piacciono. Vuol dire raccogliere una serie di ispirazioni e stimoli creativi solo a seguito di uno studio attento e approfondito della personalità del tuo brand.
Un’analisi di cui mi occupo personalmente dopo un confronto iniziale con chi mi affida la realizzazione del servizio fotografico di personal branding e sceglie Atmosfera.

L’errore più comune che si fa è quello di pensare che una moodboard sia una raccolta di fotografie “da riprodurre” tali e quali.
In realtà si tratta di un insieme di referenze di stile, per stabilire in anticipo come andremo a gestire le luci, i colori, i contrasti, le inquadrature e la composizione migliore per i singoli scatti.
Mi spiego meglio con un esempio.

Francesca, una mia cliente che si occupa di Ufficio Stampa desiderava delle foto eccentriche e audaci, capaci di esprimere la sua personalità e raccontare il suo lavoro con originalità. Per realizzare la sua moodboard abbiamo preso come riferimento le foto di una campagna di Gucci e alcune foto di Iris Apfel, una designer americana idolo della mia cliente.

moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica
moodboard fotografica

Come puoi notare, le fotografie che abbiamo inserito nella sua moodboard, oltre a rappresentare concetti e situazioni che abbiamo messo in scena, reinterpretandole a modo nostro durante lo shooting, ci hanno permesso di definire da subito anche lo styling degli scatti.

Grazie alla moodboard le nostre scelte stilistiche sono apparse subito chiare: l’illuminazione avrebbe avuto un ruolo chiave, dandoci la possibilità di ricreare un’atmosfera a metà tra una campagna Gucci e la New York anni ‘60 in cui è ambientata la serie televisiva Mad Man.

Dove trovare le immagini per la moodboard?

Dopo una prima fase di ascolto del cliente, una volta individuata la direzione creativa da seguire nello shooting, arriva il momento di iniziare a raccogliere le immagini per realizzare la sua moodboard.

A questo punto forse ti starai chiedendo: dove si possono trovare le immagini per crearla e definire lo stile visivo delle fotografie?
La mia risposta è: ovunque!
Che si tratti di immagini digitali salvate da Instagram e Pinterest oppure analogiche, ritagliate da qualche rivista, non importa.

Quello che conta, a mio avviso, è lasciarsi ispirare e mettere insieme non soltanto delle fotografie ma considerare anche colori, forme, disegni, texture ed elementi materici, soprattutto se per il set sono previsti degli oggetti specifici per lo styling.

Perché si fa la moodboard?

Come forse avrai già evinto leggendo questo articolo, creare una moodboard prima di un servizio fotografico di branding, significa avere la sicurezza di restare in carreggiata con la direzione creativa del progetto che si affronta.

In parole ancora più semplici, realizzare una moodboard è utile a me per organizzare e definire il lavoro, al mio cliente perché grazie a questo strumento ha una anteprima delle scelte stilistiche e delle sensazioni visive che trasmetteranno gli scatti.
Così facendo, si ha inoltre la possibilità di avere un confronto costruttivo con il cliente, andando a correggere il tiro dove necessario.

[Momento amarcord: ricordo sempre con piacere quando il giorno dello shooting, Erica, una mia cliente ingegnere edile, mi disse di essere super serena di come sarebbero venute le sue foto di personal branding perché si era sentita perfettamente capita e rappresentata dalla moodboard che avevo creato per lei]

Chi fa la moodboard?

A differenza di alcuni miei colleghi che fanno realizzare la moodboard al cliente in totale autonomia (chiedendogli semplicemente di collezionare una serie di immagini che gli piacciono – sigh!), ritengo che sia più opportuno che questo compito spetti a noi fotografi.

Questo perché siamo noi professionisti ad occuparci della direzione artistica del progetto e siamo sempre noi che dopo aver studiato l’identità del brand, raccolto informazioni e aspettative dal cliente, sviluppiamo il progetto attraverso gli scatti.

È importante per me avere un’idea dei gusti che ha il mio cliente e instaurare un dialogo costante soprattutto nella fase di pre-produzione degli scatti. Tuttavia non pretendo che si crei la sua moodboard in autonomia perché per quanto una persona possa magari avere le idee chiare su ciò che desidera comunicare, il rischio è che certe scelte siano poco adatte al suo contesto di riferimento.

Inoltre, come mi insegna l’esperienza, alcuni clienti che hanno scelto Atmosfera, lo hanno fatto proprio perché si sentivano spaesati e avevano le idee confuse. Sapere che mi sarei occupata in prima persona della direzione artistica del loro progetto e che dopo uno studio attento del brand, gli avrei fatto una proposta di moodboard, gli ha fatto tirare un sospiro di sollievo.

Ecco qui che secondo me si capisce ancora meglio la natura della moodboard: uno strumento che in sostanza è la rappresentazione, fisica o digitale, delle somme tirate durante la direzione creativa dello shooting nella fase di pre-produzione.

Che cos’è la direzione creativa?

La direzione creativa di un servizio fotografico consiste in primis nella progettazione e sviluppo di concetti creativi che garantiscano al cliente qualità e coerenza, sia in termini di immagini che messaggi da veicolare.

Ma il direttore creativo non stabilisce soltanto l’identità visiva del brand, bensì segue ogni fase dell’organizzazione dello shooting, dall’inizio alla fine, assumendo un ruolo fondamentale per la sua buona riuscita.
Creatività, immaginazione e visionarietà sono competenze che devono andare di pari passo con pianificazione, organizzazione e meticolosità.

Ogni volta che approccio la direzione creativa di uno shooting, sviluppo attraverso la moodboard le proposte che possano soddisfare le richieste e gli obiettivi del cliente e al contempo stabilisco un piano di lavoro tenendo conto anche di tutti gli aspetti logistici, pratici ed economici del progetto.

Come creo la moodboard per lo shooting

Per prima cosa invio al cliente un questionario per conoscere più da vicino l’identità del brand e trovare l’ispirazione giusta.
Una volta che avrò le risposte, ci fissiamo una videochiamata di approfondimento: per me è fondamentale che il mio cliente non sia “da solo” mentre risponde, in questo mdo posso guidarlo a trovare delle risposte che, a volte, faticano a palesarsi nella sua mente ad un primissimo approccio.

Dopodiché inizio ad appuntare i dettagli che mi serviranno per ipotizzare i concetti da esprimere attraverso le fotografie.

Successivamente mi dedico alla definizione del mood dello shooting per iscritto, annotando le caratteristiche essenziali che il servizio fotografico dovrà avere: dove scatteremo, cosa dovrà indossare il cliente, l’eventuale trucco che dovrà avere e quali oggetti ci serviranno per ricreare ambienti e situazioni.

A mio avviso, l’insieme di questi aspetti organizzativi è fondamentale per la riuscita dello shooting, perché se ci pensi: che senso avrebbe creare una super moodboard se poi non riusciamo a trasformarla in un progetto concreto!?

Prima di mettermi in proprio, ho avuto la fortuna di fare esperienza lavorando per un’azienda internazionale, realizzando alcuni shooting di grandi brand, soprattutto per le campagne pubblicitarie di linee di prodotti di design.
In pratica, se oggi riesco ad avere una visione d’insieme così ampia di uno shooting, considerando location, outfit e make up per modellǝ, props e styling, lo devo al fatto di aver lavorato a stretto contatto con i singoli professionisti che si occupano di questi aspetti in modo esclusivo e verticale negli ambienti più in alto di questo settore.

Vediamo ora insieme quali sono queste caratteristiche essenziali per creare uno shooting degno di questo nome.

Location scouting
Questa fase consiste nella ricerca e selezione di luoghi adatti allo shooting, che rispondano a requisiti creativi e logistici.
Ad esempio, per lo shooting di Andrea Molinaro, Moss Artist che crea pareti e quadri in muschio e piante stabilizzate, l’Orto Botanico di Roma si è rivelata una location perfetta per esprimere l’identità del suo brand.

Outfit
Mai dimenticare l’importanza dell’abbigliamento in uno shooting!
Oggi si parla tanto di armocromia e body shape ma non mi riferisco a questi aspetti, o meglio, se hai già delle linee guida, ne facciamo tesoro. Tuttavia ritengo che per uno shooting sia importante definire in anticipo il tuo outfit, tenendo conto della situazione che desideri rappresentare e dei colori e stile che andremo a inserire nelle singole fotografie.
Evita sempre di indossare vestiti che abbiano marchi in bella vista e prediligi abiti a tinta unita. Tuttavia se in linea con il mood del servizio fotografico, puoi anche optare per qualcosa che abbia una fantasia, meglio se non troppo elaborata però. Fai attenzione anche ad abbinare trame e colori, sia per una questione di buon gusto che per l’armonia e l’equilibrio degli scatti. E poi il consiglio più importante: indossa sempre abiti e scarpe comode in cui ti senti a tuo agio, è la scelta migliore che tu possa fare per avere un risultato più disinvolto e spontaneo.

Oggetti di scena
Hai mai sentito parlare dei props?
Noi fotografi usiamo questo termine inglese per riferirci agli oggetti di scena che utilizziamo durante le nostre sessioni fotografiche.
In pratica si tratta di tutta l’oggettistica che ci occorre per inscenare la situazione che vogliamo riprodurre nel nostro scatto, pertanto è importante sceglierla con cura e, come per la location, avere ben chiaro che tipo di messaggio si vuole trasmettere e come.

Concept delle foto e shooting list
All’interno della moodboard, oltre alla direzione artistica dello shooting, inserisco anche un riepilogo del concept delle fotografie che andrò a scattare per te. In pratica annoto che tipo di foto faremo e con che varietà. Parto dall’immaginario, cioè dai concetti chiave che dobbiamo esprimere per poi andare a trasformarli in foto che ti permetteranno di veicolare messaggi specifici a seconda dei contenuti per cui le utilizzerai. Se vuoi approfondire cosa significa costruire l’immaginario che le foto devono trasmettere, ti suggerisco di leggere questo articolo in cui ti racconto il lavoro che ho fatto con Chiara Battaglioni, una mia cliente Professional Organizer.

Insomma, come ti sembra il mio approccio alla fotografia di branding attraverso la moodboard?!
Se stai pensando che ti piacerebbe lavorare insieme a me, dai un’occhiata ad Atmosfera, il servizio fotografico di personal branding che trasforma la tua personalità professionale in qualcosa di visibile e credibile Ci leggiamo presto? Non vedo l’ora.

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Ciao, sono Francesca

Mi occupo di personal branding e storytelling visivo per catturare l’essenza della tua identità e farti connettere più spontaneamente con le persone che desideri, facendo chiarezza sulla tua unicità. Scatto immagini che raccontano la personalità e il carattere di freelance e piccole attività che vogliono fare la differenza.

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